La Vigilia di Natale oltre ad essere l’ultimo giorno del periodo dell’Avvento, è anche quello più atteso, perché da l’avvio ufficiale alle festività natalizie, di solito serve per riunire tutta la famiglia e per gustare un menù speciale sotto il segno della tradizione.

Un tempo rappresentava un momento davvero speciale in attesa della nascita di Gesù, e per rispetto i credenti si astenevano dal consumare carne, ritenuta un alimento di lusso, optando per pietanze a base di pesce, era molto diffuso preparare il baccalà cucinato in diversi modi.

Non poteva certo mancare l’anguilla o il capitone, che oltre ad essere buono, aveva un valore simbolico, assomigliando ad un serpente era l’identificazione del demonio, mangiarla in occasione di questa particolare festa, era un modo scaramantico per allontanare il male.

Oggi la tradizionale cena della vigilia non è molto cambiata, certo il numero dei piatti è aumentato come anche la quantità, ma molti preferiscono ancora per consuetudine preparare un menù a base di pesce.

Alcuni preferiscono rinnovare l’antica usanza delle tredici portate, in ricordo dell’ultima cena di Gesù con i dodici apostoli, questo numero non riguarda solo i piatti, ma comprende: un primo, un secondo, alcuni contorni, il pane, frutta di stagione e secca, dolci fatti in casa e naturalmente il vino, quale simbolo di vita.

Dopo la cena è vietato sparecchiare subito, ma bisogna lasciarla imbandita con le candele accese, simbolo della rinnovata luce dopo le tenebre, in attesa della nascita di Gesù alle 24, il quale benedirà la tavola e tutti i commensali.

Alcuni dopo cena preferiscono lo scambio del regalo di Natale, specialmente i più piccoli che non vedono l’ora di scartare i regali di Natale ricevuti, quindi trascorrere del tempo giocando a tombola o ad altri giochi tradizionali, per poi recarsi in chiesa ad assistere al miracolo della nascita di Gesù Bambino, durante la Santa Messa di mezzanotte.